Ricerca Corrente 2019-2021

Capofila: AGENAS

Responsabile scientifico: Antonio Fortino


Abstract

In accordo con le più recenti definizioni pubblicate nel 2016 la SEPSI può essere definita come una disfunzione d'organo pericolosa per la vita causata da una risposta disregolata dell'ospite ad un’infezione (Singer et al., «The Third International Consensus Definitions for Sepsis and Septic Shock (Sepsis-3). Un recente studio stima 48.9 milioni di casi incidenti di sepsi nel mondo nel 2017 per un’incidenza pari a 677,5 casi per 100.000 persone con un’elevata variabilità regionale. In totale nel mondo per l’anno 2017 si stimano 11 milioni di morti associate alle sepsi con una mortalità standardizzata per età di 148,1 morti per 100.000 abitanti (Rudd et al., «Global, Regional, and National Sepsis Incidence and Mortality, 1990–2017).

Il progetto intende fornire ai risk manager aziendali e ai responsabili dei CIO degli strumenti operativi per l’identificazione dei casi di sepsi e infezioni correlate all’assistenza a partire dalle SDO.Si propone anche possibili integrazioni con altri flussi informativi attivi a livello locale e di realizzare dei protocolli operativi di supporto nell’implementazione e nell’interpretazione degli indicatori e nello sviluppo di misure per il miglioramento. Gli obiettivi specifici sono la creazione di un network nazionale di esperti sul monitoraggio delle ICA e delle Sepsi da flussi amministrativi; l’aggiornamento degli algoritmi adottati dalle regioni Lombardia-Toscana (sepsi, ICA, sepsi post-chirurgica); la validazione degli algoritmi in differenti contesti regionali ed aziendali e l’identificazione dei determinanti della qualità della codifica della SDO e delle strategie e modalità di codifica in grado di catturare una più ampia porzione di casi; la definizione delle modalità di utilizzo da parte dei centri regionali degli algoritmi per la gestione del rischio clinico e del rischio infettivo e la divulgazione l’algoritmo e le indicazioni sulle modalità di utilizzo ai centri regionali.

Il protocollo di studio è stato sottoposto al parere del Comitato etico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con esito positivo.
 
Stato della ricerca: Concluso
 

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