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Bevere: “Il processo di miglioramento delle cure continua. Investire di più nella riorganizzazione a rete dei presidi ospedalieri e del territorio”

Un sistema sanitario che presenta di anno in anno un trend di miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria in quasi tutte le aree cliniche. E un Sud Italia con performance fino a qualche anno fa insperate, in particolare nell’area muscolo-scheletrica e perinatale. I primi risultati dell’edizione 2018 del Programma Nazionale Esiti (PNE) sui dati del 2017 testimoniano che la misurazione degli esiti ha innescato in tutto il sistema un processo di miglioramento continuo, ormai inarrestabile.

«Quest’edizione del PNE fotografa un sistema sanitario che marcia senza sosta per raggiungere i migliori standard, con la maggior parte delle Regioni del Sud che nell’ultimo periodo hanno alzato il passo» - afferma Francesco Bevere, Direttore Generale di AGENAS. «Il cammino intrapreso verso migliori performance incontra, tuttavia, ancora l’ostacolo della disomogeneità tra le Regioni così come resta l’eterogeneità intra-regionale anche in regioni storicamente “virtuose”. I dati del 2017 indicano che laddove si è proceduto alla riorganizzazione a rete dei presidi ospedalieri e dell’offerta sanitaria si è  registrato un significativo miglioramento degli esiti, come ad esempio nella cura del carcinoma della mammella, quando sono state correttamente costituite le Breast Unit», prosegue Bevere. «Accelerare i tempi nell’implementazione delle reti tempo-dipendenti, elaborate dal Tavolo istituzionale coordinato da AGENAS, significa ridurre in tutto il Paese la mortalità per patologie che non danno tempo né possibilità di scelta a pazienti che necessitano di cure immediate in strutture adeguatamente organizzate. Allo stesso modo, l’applicazione su tutto il territorio nazionale della rete oncologica, recentemente approvata dalla Conferenza Stato Regioni, è il presupposto per garantire ai pazienti con tumore di accedere alle migliori cure nel proprio territorio. Quest’istantanea del PNE è un ulteriore stimolo a intraprendere una riorganizzazione orientata non solo alla qualità ma anche all’equità nell’accesso alle cure».

La riconosciuta solidità degli indicatori del PNE, i segnali positivi per la maggior parte degli esiti ci incoraggiano ad attingere a fonti dati e strumenti di misurazione che vadano oltre le mura dell’ospedale - dichiara Maria Chiara Corti, Coordinatore delle Attività del Programma Nazionale Esiti (PNE) di AGENAS. «Lo sviluppo di una serie di indicatori ospedalieri integrati con il flusso della farmaceutica, della salute mentale e delle cure domiciliari ci consentirà di seguire il paziente lungo tutto il suo percorso di cura. AGENAS è matura per iniziare a pianificare il passaggio dalla valutazione della qualità delle cure alla qualità della vita post-ricovero. E ancora, i campi inseriti nelle nuove SDO ci permetteranno di rendere sempre più precisi e dettagliati gli strumenti di misurazione, esplorando nuovi ambiti, come ad esempio i tempi di esecuzione di procedure tempo-dipendenti in ore e non in giorni, i volumi di attività dei singoli professionisti e le patologie croniche già presenti all’ingresso e non solo alla dimissione - prosegue il Coordinatore delle attività del PNE -. Sarà possibile un ampliamento degli orizzonti del PNE per essere al passo con l’accelerazione dei tempi e delle tecnologie, per dare risposte tempestive alle attese dei pazienti e per affrontare il futuro, misurandolo in anticipo».

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