focus agenas sito"Oncologia, unità multidisciplinari e dedicate, che fare?" è il titolo del 1° Focus di AGENAS che si è tenuto oggi presso la sede dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. I Focus nascono da un’esigenza specifica di approfondimento e di studio su temi di grande impatto sull’organizzazione dei servizi e sulla salute pubblica, sui quali sussistono questioni ancora aperte o punti di vista non convergenti da parte dei professionisti o dei cittadini. 

 

 

Quattro i temi individuati e gli appuntamenti programmati:

 1° Focus Oncologia, unità multidisciplinari e dedicate, che fare?

2° Ospedale -Territorio: integrazione obbligata;

3° Dati attività sanitarie, istruzioni per un uso corretto;

4° L’Osservatorio per curare in sicurezza.

“I Focus di AGENAS sono l’emblema di uno schema di lavoro già adottato negli ultimi anni dall’Agenzia, basato sulla ricerca del confronto e delle sinergie con tutti gli attori del panorama sanitario che si è rivelato decisivo per la soluzione di temi che attendevano risposta da tempo. Il processo di riorganizzazione dell’offerta sanitaria che l’Agenzia sta portando avanti con il Ministero della Salute, lavorando gomito a gomito con le Regioni e gli stakeholder, rappresenta senz’altro l’esempio più vistoso” - dichiara Luca Coletto, Presidente AGENAS.

“Questi primi 40 anni del Servizio sanitario nazionale ci insegnano che i cambiamenti per andare a buon fine hanno bisogno del coinvolgimento e della partecipazione dei protagonisti che a vario titolo dovranno metterli in pratica e dei cittadini che ne beneficeranno” - dichiara Francesco Bevere, Direttore Generale AGENAS. - In quest’ottica, con il primo Focus, AGENAS inaugura un modello di partecipazione attiva per facilitare la sintesi di opinioni differenti degli addetti ai lavori, consentendo al sistema sanitario di evolversi e di migliorarsi gradualmente, ma in tempi rapidi, garantendo ai cittadini risposte sempre più appropriate”. “Non a caso il primo Focus affronta aspetti specifici dell’oncologia, prioritari nell’agenda politica sanitaria regionale, nazionale ed internazionale”, conclude Bevere.

 




 

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